Rebirthing e Meditazioni dinamiche: un viaggio fra corpo ed emozioni attraverso i chakra

In anni di pratica di Shiatsu e Qi-Gong avevo sperimentato che se è vero che esiste una connessione profonda fra corpo e psiche, alle volte non è sufficiente lavorare con il corpo per sciogliere i blocchi ed è necessario dare alla psiche degli strumenti per “digerire” il vissuto, cioè per trasformare l’esperienza, anche dolorosa, in un insegnamento, in un qualcosa che ti arricchisce e ti nutre.
Ho trovato quindi nel Rebirthing e nelle Meditazioni dinamiche le soluzioni che cercavo. Lavorando con il respiro circolare tutta la parte emotiva sepolta ha l’occasione di venire alla luce ed essere integrata. Trauma dopo trauma nell’arco della vita riduciamo la nostra respirazione, non solo nel petto e con il diaframma ma anche in tutto il corpo a livello cellulare, nella speranza che non respirare ci permetta di non sentire dolore. Questo può essere vero in un primo momento, se prendiamo un grosso spavento, blocchiamo il respiro e questo ci rende pronti a reagire al contesto che interpretiamo come pericoloso ma è necessario che, successivamente, si ripristino le normali funzioni. Se lo spavento non viene integrato sia nel corpo che nella mente allora resta una “memoria” che impedisce il libero fluire in tutto il corpo dell’ossigeno e del “Chi”, la nostra energia e spinta vitale. E’ come se una parte di noi rimanesse impegnata in quell’atteggiamento protettivo impedendoci di usufruire a pieno delle nostre forze. E’ del tutto normale quindi che nell’arco di una seduta avvenga una liberazione emotiva che, una volta vissuta e integrata, porta a maggior chiarezza, maggior energia e una diffusa sensazione di pace.
Non sempre l’integrazione avviene in una sola seduta e torniamo a casa con una sensazione d’incompiuto ed è necessario contattare la nostra parte “adulta” per sostenere la frustrazione che ne deriva. Altre volte anche dopo una perfetta integrazione sentiamo il bisogno di capire le origini di quell’eccesso emotivo, dell’insorgere di un’intuizione o di un ricordo mai ricordato prima. In questi  casi sarà possibile approfondire quell’aspetto con incontri individuali e avere un sostegno  in più in questo viaggio affascinante ma non sempre facile che è la vita.
Altre volte invece succede il contrario: “abbiamo capito” ma non riusciamo  a cambiare l’atteggiamento che ci rende infelici. Ci si trova quindi in un vicolo cieco, la terapia si è incentrata su interpretazioni e deduzioni, senza un processo esperienziale. Questo avviene quando siamo carenti di connessione mente-corpo.
La mia esperienza è in accordo con molti terapeuti fra i quali Gendlin il creatore del metodo Focussing, quando sostiene che “ il vero cambiamento avviene attraverso un’ alterazione del modo di percepire il problema a livello corporeo, e non solo con un nuovo modo di pensare” ed è per questo che gran parte del percorso che propongo è incentrato sul ristabilire questa unione.
Come diceva Prevert in una sua celebre poesia “(…)Se lo si lascia solo Il Mondo Mentale Mente Monumentalmente”, invece  il corpo, che pure ha vissuto tutto quello che ha vissuto la psiche, è meno propenso alla menzogna. Un’ eccessiva mentalizzazione ci rende rigidi e inaridisce il cuore,  lavorare sul corpo con consapevolezza, invece, ci guida verso la nostra personale “verità” e alla possibilità di vivere una vita ricca di senso. Essere più coscienti ci porta ad una maggiore libertà di scelta nella propria vita, meno condizionamenti, più integrità, più amore e più potere per realizzare i nostri sogni.
In questo percorso propongo gli esercizi energetici e le meditazioni in movimento unite al Rebirthing e all’ascolto per far emergere i blocchi, scioglierli e infine comprenderli attraverso il dialogo. Il respiro e il movimento fanno da ponte fra conscio e inconscio andando a liberare nuove e antiche limitazioni e a fare spazio fra noi e le nostre paure.
Perchè tutti gli aspetti vengano integrati abbiamo bisogno di un sistema congruente e definito, qualcosa che ci porti in tutte le energie e in tutti i colori della nostra esistenza, qualcosa che dia una forma e ci permetta di avere un filo di Arianna in questo labirinto meraviglioso che è il nostro essere… se ho scelto come  legante  la tecnica del rebirthing,  come filo conduttore vi è invece il lavoro sui chakra. Questo sistema infatti ci permette di lavorare  in maniera semplice e diretta,  sul sistema fisiologico-istintivo, il sistema emozionale-comunicativo e il sistema mentale-sensoriale contemporaneamente.

Gli incontri di respiro come esperienza sincretica
Ho scelto di fare proporre questo percorso attraverso i Chakra per varie ragioni.
Il progetto è un connubio di tecniche di origine diversa  ma che hanno lo stesso obbiettivo quello, cioè, di creare un unione fra mente, corpo e spiritualità e allargare così la mappa del sé. Il mio desiderio è quello, non di imporre un’unica  interpretazione della realtà,  bensì di offrire un sostegno e degli strumenti perché ognuno possa viversi l’insieme degli incontri come un viaggio libero verso l’interno.

L’esperienza nel lavoro di gruppo è positiva e arricchente, ognuno con i suoi tempi, riusce a fare delle interessanti scoperte su di sé, a liberare emozioni represse e regalarsi un momento di decompressione dallo stress della vita quotidiana .
Tuttavia niente impedisce di  fare lo stesso percorso anche nell’intimità di incontri individuali.
Il percorso consta di 8 incontri a scadenza mensile: uno di presentazione iniziale e uno per ciascun centro energetico.
Non si tratta di un’approfondita lezione teorica su ogni chakra, ritengo infatti che ognuno può studiare a casa su un buon libro tutte le informazioni sull’argomento, bensì, al contrario, desidero lanciare un input chiaro ma che segua il linguaggio non verbale, per cosi’ dire, inconscio, ad eccezione naturalmente del dialogo finale.
Dopo una breve spiegazione dell’argomento del giorno, con la prima parte della seduta creiamo uno stacco netto dalla giornata che ci lasciamo alle spalle semplicemente muovendoci e sciogliendoci con un po’ di musica.
Poi  propongo un esercizio energetico specifico sul chakra scelto per quel giorno e infine ci sdraiamo a terra per la seduta di Rebirthing. Durante la respirazione lasciamo spazio a quello che affiora, spesso emerge qualcosa di collegato al tema, altre volte si manifesta qualcosa di diverso e più urgente per il cliente. Benissimo, ben venga, si accoglie e si sta con tutto quello che emerge.
Unire gli esercizi energetici  e la respirazione fa da cassa di risonanza per entrambe le tecniche. Aver attivato il corpo e averlo ripulito dalle tensioni più superficiali ci permette di andare in profondità con la respirazione, resistere al sonno indotto dal rilassamento profondo e superare quell’inerzia che vorrebbe farci resistere al cambiamento. Allo stesso modo “respirare gli esercizi energetici” ne porta gli effetti in profondità nel nostro essere permettendo spontanee liberazioni emotive e illuminanti intuizioni. L’ intento in questo step è quello di offrire la possibilità di un approccio poco intellettuale e il più possibile poli-sensoriale, un’esperienza che permetta all’emozione e all’intuizione di emergere, smorzando il filtro della mente.

Affermazioni positive, Musica, Aroma-terapia
Durante la respirazione recito delle affermazioni positive relative al tema del giorno: il respirante può ripeterle dentro di sé o semplicemente lasciarle passare e osservare le reazioni corporee e psicologiche che questi messaggi gli suscitano. Siamo talmente abituati a negarci la gioia e la felicità che ascoltare una semplice affermazione può arrivare a scuoterci profondamente a livello emotivo e farci scoppiare in lacrime.
Spesso sottovalutiamo il potere delle parole e lanciamo critiche e improperi diretti a noi stessi e agli altri senza considerare che la nostra mente tende a credere vero tutto ciò che viene affermato e tende a creare tutto ciò che crede vero. I pensieri, e ancor più le parole, sono emanazioni energetiche che inviamo in giro per il nostro corpo energetico e per il mondo. Un’abitudine ai pensieri e alle affermazioni positive e possibilistiche della nostra realtà ci rende forti, vitali e gioiosi.
Anche la scelta della musica non è  casuale. Tutti noi abbiamo sperimentato in che modo suoni, ritmi e melodie influenzino il nostro modo di essere, le nostre emozioni e i nostri movimenti. Le vibrazioni ci parlano in un linguaggio universale e possono evocare ogni sorta di stato mentale, per questo mi sono affidata ad artisti che hanno studiato la  pulsazione energetica di ogni chakra per creare un armonia che potesse trasportarci in quella specifica scala di colori.
La fragranza aroma-terapica associata mi aiuta a fare dell’incontro un esperienza ancor più completa. L’uso degli aromi infatti non è solo gradevole ma è un vero e proprio stimolo cerebrale a rilasciare sostanze chimiche specifiche che possono portare alla sonnolenza o al buonumore o all’euforia. L’aroma-terapia ha il potere di influenzare la sfera psicologica grazie alla connessione tra il sistema olfattivo, le emozioni e la memoria poiché i profumi, influenzando direttamente i centri nervosi del cervello, escludono il coinvolgimento del pensiero razionale. Per questa caratteristica gli oli essenziali si prestano ad essere utilizzate come “ancore”.
La tecnica “dell’ancoraggio” è utilizzata nell’ambito della PNL (Programmazione Neuro Linguistica) e dagli ipnotisti per creare un processo di associazione di una sensazione fisica (in questo caso l’odore) ad una risposta interna. Quindi se durante una respirazione in cui sentivamo il profumo della lavanda ci siamo sentiti particolarmente sereni e rilassati potremo riutilizzare quell’odore in futuro, magari in un contesto stressante, per “ancorarci” a quella sensazione di pace. Un semplice e riproducibile stimolo esterno, nell’esempio il profumo della lavanda, diventa capace di influenzare il nostro stato emotivo e mentale ovunque ci troviamo.

Mandala e Condivisione

Alla fine della seduta di rebirthing faccio trovare apparecchiato sulla tavola un foglio di carta bianco con un cerchio vuoto disegnato a matita e delle penne, dei  pennarelli, matite e acquarelli colorati. Il respirante può creare un mandala che sia indicativo dell’esperienza appena fatta. Con questo esercizio cominciamo ad esprimere ed elaborare le esperienze mentre stiamo ancora uscendo dalla meditazione. La finalità di questa prassi è quella di trovare una forma espressiva non mediata dal linguaggio e quindi più istintiva e diretta. Iniziamo, col disegno, a tradurre, integrare e a portare alla coscienza quel che è emerso nella seduta. Allo stesso tempo questo ci permette di avere un disegno per ogni incontro e ci aiuterà, alla fine, a ricordare e a tracciare un filo conduttore delle nostre esperienze.
Ecco il mandala di E. alla fine di una respirazione sul primo chakra:
reb

 

Solo dopo, quando il disegno è terminato, sorseggiando un infuso caldo o un centrifugato di frutta, torniamo a sederci sui futon per la fase finale di condivisione. Questo è il momento in cui, liberamente, il cliente può descrivere il proprio disegno e raccontare la propria esperienza, eventualmente fare riflessioni, collegamenti e considerazioni. In questo contesto sono un’attenta ascoltatrice ma rinuncio sistematicamente a dare un giudizio sulla persona. Evito anche, a meno che non mi venga esplicitamente richiesto, di dare un consiglio o suggerire una soluzione e mi sforzo di offrire un attento ascolto per lasciar emergere la saggezza interiore di ognuno. Se ho qualche intuizione provo a formularla sotto forma di domanda con la fiducia che, attraverso la ricerca di sè stessi, anche le risposte possano arrivare. Le soluzioni sono dentro la persona, tutto sta nel permettersi di viverle e tirarle fuori.

Il primo appuntamento, questionario, spiegazione del percorso e esercizio dei 5 ritmi.
Che si tratti di un nuovo gruppo o di un percorso individuale, la prima lezione è svolta sempre individualmente. Questo mi permette con l’aiuto di un questionario di conoscere un po’ la storia del cliente, di stabilire gli obbiettivi insieme e prevedere possibili reazioni, bisogni e tematiche legate al suo schema natale.
Ho bisogno, inoltre, di spiegare la tecnica del Rebirthing, i possibili effetti collaterali e vedere in che modo la persona reagisce alla respirazione e al movimento.
Benchè semplice, bisogna prendere un po’ di dimestichezza con il metodo per poi poterlo trascendere. Come quando si impara ad andare in bicicletta…all’inizio mantenere l’equilibrio, pedalare e non cascare prende tutte la nostra attenzione poi possiamo rilassarci e pensare solo a dove vogliamo andare e lasciarci affascinare dal paesaggio.
Nella respirazione connessa si sceglie un solo orifizio, o il naso o la bocca. Si lascia l’espirazione completamente rilassata mentre l’ispirazione è attiva, si lasciano i pensieri passare come nuvole nel cielo e si resta con le sensazioni corporee, con le immagini, con il fluire dei sentimenti.
Le prime respirazioni sono particolarmente “fisiche” , i muscoli delle mani e del viso possono tendersi autonomamente, e anche altre parti del corpo possono informicolarsi come reazione all’aumento dell’ossigeno nel sangue. Ondate di freddo e di calore possono avvicendarsi e sensazioni fisiche delle più varie si manifestano in maniera imprevedibile, è quindi inevitabile trovarsi a tu per tu con il proprio corpo e le sue rigidità. Ogni volta però queste sensazioni arrivano ad un massimo e poi si sciolgono e qualcosa di dolce, avvolgente e rilassante ci invade.

Ecco come Claudio descrive questa dinamica nella sua prima respirazione:
“La prima volta che ho fatto Rebirthing, una volta finita la respirazione, la prima cosa che ho pensato è stata: “devo dirlo a tutte le persone a cui voglio bene”. Perché è stata un’esperienza totalmente nuova per me, di libertà e di creazione di uno spazio mio dove poter viaggiare con la mente e con il corpo – e quindi mi è sembrato naturale pensare di condividerla con altri come quando vedi un film che ti ha aperto gli occhi su qualcosa di inaspettato. E’ stato come essere sotto l’effetto di un allucinogeno, perché il mio corpo reagiva al respiro senza che io potessi controllarlo- braccia e gambe rigide, mani che si piegavano da sole, formicolio alla faccia, ma allo stesso tempo la mia mente era perfettamente cosciente e in preda ad una specie di ebbrezza per queste reazioni incontrollate che il mio corpo produceva. E quando il corpo si è sciolto dall’irrigidimento, è stato come rilasciare tutte le tensioni accumulate in un unico afflosciamento dolcissimo, davvero prenatale, da liquido amniotico. Quando ho riaperto gli occhi ho sorriso ed ho pensato che non avevo mai vissuto niente del genere in tutta la mia vita”.
Anche in tutti gli altri incontri proporrò, durante la respirazione, di mantenere il contatto con l’aspetto fisico, restare nelle sensazioni corporee e partire da questo per ancorarsi ad uno stato meditativo e non perdersi nel flusso dei pensieri. Spesso durante la respirazione, e soprattutto se ci sono tensioni o dolore, propongo di osservare la zona che più chiama l’attenzione, osservare se, insieme alla sensazione, è possibile visualizzare un colore o una forma, immaginare poi che la respirazione avvenga proprio da quel punto e aspettare che il colore e la forma cambino. Ho sperimentato anche personalmente che questo semplice metodo aiuta moltissimo a restare presenti e in quell’ atteggiamento privilegiato della meditazione, quello dell’osservatore. La presenza fa sciogliere il blocco e l’immagine inevitabilmente cambia insieme alla sensazione corporea.
Altre volte questo “focussing” ci rimanda chiaramente ad un viso conosciuto o ad un avvenimento passato, in questo caso, se la seduta è individuale, posso guidare la persona in una “regressione all’infanzia”, in una “costellazione interna”, o in “dialogo immaginario per chiarire un rapporto” con un parte di sé o con una persona importante.
E’ quello che ho sperimentato con A., una giovane donna, con problemi a utero e ovaie che le impediscono di avere dei bambini. Durante la respirazione è apparso il viso della madre collegato ad una sensazione di freddo nel basso ventre.  A partire da questo collegamento spontaneo fatto dalla cliente siamo entrati in una regressione nell’infanzia, che si è conclusa con la dolcezza e il calore dell’abbraccio della mamma. Questa esperienza era completamente nuova per la cliente, seppur solamente immaginata, i suoi effetti in termini di aprirsi alla fiducia e alla tenerezza sono stati grandi. In questo modo possiamo creare “immagini di guarigione” che come un balsamo vanno a sanare vecchie ferite che ci tengono ancorati al dolore di quel bambino sofferente e alle corazze che sono state costruite per non tornare a soffrire. Il passato non esiste più, ma esiste la ricostruzione soggettiva che ne abbiamo fatto, poter rivivere, liberare la carica emotiva e ricreare un informazione positiva e sana dell’esperienza traumatica ci libera dalla necessità di mantenerci fedeli a quel dolore.
A. ha commentato così la seduta: “dopo la nostra bella seduta il mio corpo si è ribellato… e ho pensato che tutta questa risposta da parte mia significa che ho colto nel segno e che sono sulla strada giusta… ti ringrazio per essere stata una guida preziosa e rassicurante nei meandri del mio percorso e per aver accresciuto i miei ricordi con un raro gioiello di cura e amore senza confini. Grazie, grazie davvero.”

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